Un film di Abel Ferrara. Con Madonna, Harvey Keitel, James Russo Titolo originale Dangerous Game. Drammatico, durata 105 min. - USA 1993
Il titolo indica la mano perdente (due) di una tirata di dadi. La tira ciascuno dei tre personaggi principali: il regista Eddie Israel (H. Keitel), che ha cominciato le riprese di Mother of Mirrors dove si racconta il fallimento di un matrimonio alto-borghese, e i suoi due protagonisti (Louise Veronica Ciccone, in arte Madonna, e J. Russo). Fra i tre s'instaura, sul set e fuori, un tempestoso rapporto che si scioglie in un epilogo funesto. Scritto col fido collaboratore Nicholas St. John, l'opus n. 9 di Ferrara si stacca con efferata nettezza dei film hollywoodiani ambientati nel mondo del cinema per la torva intersecazione tra realtà e finzione, il furore espressionista del linguaggio, l'appassionata, quasi svergognata partecipazione emotiva degli autori. Questa passione è la forza e, insieme, la debolezza di un film nervosamente esasperato sino all'isterismo e autoindulgente. In seconda istanza è anche una parabola sul mestiere dell'attore, quasi un'appendice al Paradosso di Diderot e una riflessione sul metodo Stanislavskij: recitare o sentire? Entrare nel personaggio o rimanere distaccati? I 3 interpreti hanno assecondato bene le intenzioni del regista. Titolo britannico: Dangerous Game.
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